domenica 10 febbraio 2008

X - Dialogo

La sensazione la percezione e la conoscenza sono loro stesse riverberazioni mentali... per me...

Tu percepisci lo spettro dei raggi gamma? Se sì complimenti, se no evidentemente le tue percezioni per quanto estese non sono complete. Se avessi un sistema percettivo completo, agli occhi degli uomini appariresti una divinità.

Che centra lo spettro dei raggi gamma?

È solo un esempio di oggetto che non sei in grado di percepire.

È possibile raggiungere la completezza delle percezioni?

Suppongo di no, non per un uomo nel "formato" che consideriamo abitualmente.

Il mio sistema percettivo non può determinare l'immagine che gli altri hanno di me... sarebbe possibile solo se riuscissi a comunicare le mie super percezioni ma poi gli altri sistemi percettivi saranno pronti a riceverle???

Però puoi crearti un'immagine di quello che supponi gli altri pensino di te. La percezione va avanti per rappresentazioni, per modelli. Se ci pensi anche le scienze umane, si procede in qualche modo per layer, poiché una descrizione completamente riduzionistica del mondo ci risulta incomprensibile. Incomprensibile perché al di là della nostra portata, non perché impossibile. Ad esempio, prova a spiegare il funzionamento di un programma per computer a livello di flussi di elettroni nella materia che compone l'hardware... Che il funzionamento sia dovuto a quello lo sappiam per certo, ma non abbiamo capacità sufficienti per gestirlo a così basso livello, e optiamo man mano per rappresentazioni di livello superiore, che trascurano dettaglio ma consentono comprensione.

Infatti qualche volta sbudellare troppo un qualcosa che si tenta di capire è controproducente. È meglio coccolarsi con l'ignoranza e l'illusione.

IX - Zapping






VIII - Tutti per uno, uno è Dio

Se non ci fosse stato un Dio, lo si sarebbe dovuto inventare. Questo disse Françoise Marie Aruet, meglio noto come Voltaire.
Ebbene, saremo probabilmente costretti ad inventarcelo. C'è chi già in passato ha riscosso notevolissimo successo, basti pensare allo strepitoso pubblico di fedeli delle religioni monoteiste
di stampo occidentale, su tutte Islam e Cristianesimo.
C'è chi vorrebbe creare qualcosa di più potente e pervasivo in futuro.

Soppiantare l'umanità con il suo successore artificiale frutto dell'umanità stessa. E' come l'evoluzione che crea qualcosa di talmente potente da accelerare l'evoluzione. L'uomo sta sconfiggendo l'evoluzione. I figli dell'uomo probabilmente lo sconfiggeranno. La tecnologia fa passi da gigante, le nanotecnologie, le intelligenze artificiali ed altro ancora ci porterà prima o dopo alla singolarità tecnologica, e si avrà allora la divinità tanto agognata. Perché tale apparirà agli occhi dell'uomo. Invece di cercare di prendere il controllo su ciò che non conosce come fa da millenni, l'uomo si troverà a perdere progressivamente il controllo su ciò che conosceva alla perfezione. Sarà senza dubbio estremamente emozionante.

Altra via, ben più romantica, eppur forse coincidente con la prima nella realizzazione, è la fusione degli io di ciascuno in un unico super io. Tutti per uno, uno è Dio. Chi ha potuto apprezzare quel capolavoro di profondità che è Neon Genesis Evangelion avrà forse una vaga, flebile idea di cosa potrebbe essere. Sciogliersi in unico essere costruirebbe qualcosa che dal punto di vista del singolo sarebbe una divinità.

Sciogliersi significherebbe però perdere chi possa apprezzare l'esser davvero divenuto divino. Un Dio senza nessuno che possa riconoscerlo come tale, dovrebbe essere tanto enormemente grande da riconoscersi come Dio senza l'aiuto di nessuno. E se riuscisse a farlo, sarebbe comunque incompleto. Dovrà forse allora inglobare altri pezzi d'Universo fino a giungere via via ad esser l'Universo stesso per potersi completare. E quando sarà completo, e sarà lo spazio, e sarà il tempo, e sarà la materia, e sarà l'energia... avrà forse qualcosa per riconoscersi come entità?

Prima o poi, forse, davvero l'uomo avrà la sua divinità. Prima o poi, forse, la divinità deciderà di cessar di esistere fin quando non si riassemblerà dall'interno.

VII - Tutti hanno una risposta, nessuno ha la risposta

A che scopo vivere, se alla fine, comunque, si deve morire? Dacché l'uomo è stato in grado di rendersi conto della propria natura effimera, ha cercato risposte a questa domanda. La vera risposta, quale che sia, è in realtà inutile, poiché essa potrà arrivare solo a vita conclusa.

Numerose, diverse, contraddittorie fra loro sono le risposte date. C'è chi è talmente attaccato alla volontà di vivere che deve crearsi mondi ad-hoc che possano garantirgli la vita oltre la morte. L'evoluzione della conoscenza umana sta mano a mano distruggendo questi falsi mondi. Vengono così modificati, aggiornati, eppure sono destinati a scoppiare come bolle di sapone.

Fra chi rifiuta l'attaccamento alla vita le categorie sono fra le più vaste. Fra le più antiche vi è di certo la corrente di pensiero del buddhismo, nelle sue sfaccettature. Vi è poi chi vede positivamente la dissoluzione del proprio io col resto del mondo come un evento positivo e naturale, vi è chi sceglie la morte volontaria come unica volontà assoluta.

C'è poi chi ha infinite domande, e da ciascuna domanda genera altre infinite domande, e nessuna di esse ha una risposta che sia univoca e soddisfacente.

Che valga allora forse la pena di farsi una meta-domanda, e chiedersi se abbia senso porsi la domanda, visto che comunque non si potrà avere una risposta che rifletta la realtà fino a quando non sarà perso il proprio io?